Le due varianti italiane di questo celebre vitigno: il primo produce vini rossi di impareggiabile eleganza, mentre i secondi compongono la base di celebri ed apprezzatissime bollicine

Il vitigno pinot nero è prodotto in Italia in due diverse modalità: una prima si presta maggiormente ad essere vinificata in nero ed è formata da piccoli acini che a sua volta compongono grappoli insolitamente piccoli e molto compatti.

Produce un vino rosso molto gentile che può variare notevolmente a seconda dell'annata indipendentemente dall'ubicazione geografica in cui è impiantata.

Il processo di vinificazione è decisamente ardua e rappresenta una vera e propria sfida per gli enologi italiani che generalmente ottengono un'ottima annata ogni 5 anni con risultati molto soddisfacenti e tali da giustificare i notevoli sforzi produttivi.

Le aree geografiche di maggior diffusione sono collocate in Oltrepò pavese, in Franciacorta e nelle regioni di Trentino Alto Adige, dove in alcune aree viene chiamato Blauburgunder, Veneto, Friuli Venezia Giulia e da alcuni anni anche in Toscana.

Il colore caratteristico del Pinot nero è quello del rosso rubino, brillante nelle sue esponenti più giovani, mentre appare leggermente più spento nei "Riserva".

Si riconosce con estrema facilità grazie al suo inconfondibile profumo di ribes, mora e lampone, dal suo gusto estremamente elegante e dal suo alto grado di bevibilità: in tal senso inoltre si ottengono dei risultati davvero notevoli invecchiandolo in Barrique.

Come detto di Pinot nero in Italia ne esiste anche una seconda qualità vinificata in bianco e da cui si ottiene un vino abbastanza neutro, ideale quindi per comporre una base ottimale per la produzione di uno spumante di notevole corposità e longevità.

In Francia ad esempio è probabilmente il principale protagonista del grande successo dello Champagne, mentre in Italia da origine alla "bollicina" attualmente più apprezzata e di tendenza, il Franciacorta.